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BOCA DO INFERNO, CASCAIS

Immagine del redattore: ZanaraZanara
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Hell's Mouth, João Cristino da Silva, c. 1863-65.
Hell's Mouth, João Cristino da Silva, c. 1863-65.

Alle quattro meno un quarto del pomeriggio del 2 settembre 1930, il piroscafo britannico Alcantara attraccò al porto di Lisbona. Era partito cinque giorni prima da Southampton, e l'unico inconveniente del viaggio era stata una fitta nebbia al largo di Vigo, che aveva causato un ritardo di un giorno rispetto al programma. Tra i passeggeri che scesero dalla nave vi erano il noto occultista Aleister Crowley e la sua giovane compagna, l'artista Hanni Jaeger. Li aspettava sulla banchina il poeta Fernando Pessoa, avvertito da Crowley con un telegramma inviato il giorno prima di partire. 



Con un incipit degno di un detective novel, Marco Pasi introduce la ricostruzione di un evento singolare, una straordinaria circostanza a metà tra l’atto magico e la burla, capace di scomporsi e riverberarsi in una serie di indagini giornalistiche e sensazionalistiche, di congelarsi attraverso un romanzo (incompiuto), di ispirare poesie esoteriche e di concretizzare uno degli incontri più incredibili del primo Novecento: quello tra Aleister Crowley, il mago nero più famoso di sempre, e Fernando Pessoa, il maggiore poeta lusitano.

Questo giallo sui generis, che incastra tra le sue trame due esistenze idealmente agli opposti, ebbe come teatro la Bocca dell’Inferno, una scogliera poco distante da Lisbona, luogo ideale per gli assassini che intendono sbarazzarsi d’un corpo o per aspiranti suicidi che vogliano trovare la pace dei sensi tra i furiosi flutti dell’Atlantico. 


Poche settimane dopo l’incontro tra Aleister Crowley e Fernando Pessoa nel porto della “città bianca”, infatti, proprio nei pressi della Boca do Inferno, una lettera d’addio annunciava la scomparsa del Mago venuto dall’Inghilterra. 

Quello che si ignorava, mentre le indagini della Polizia ne cercavano il corpo, era che il beffardo Crowley si trovava a Berlino, avendo lasciato in Portogallo il grande poeta a reggergli il gioco d’una ricerca inutile. La scomparsa di Crowley non fu altro che una colossale messinscena orchestrata dallo stregone con la compiacenza, divertita si immagina, del poeta.

Le traiettorie esistenziali di questi due figli del secolo, l’inattivo Pessoa e il magmatico Crowley, si intersecarono in quei giorni particolari, battezzando l’incontro dei loro destini nelle acque stravolte della Bocca dell’Inferno. Dopodiché non si videro mai più. 

 


Il Mago, il Poeta e la Bocca infernale


La linea ferroviaria che parte dal confine meridionale di Lisbona e prosegue a ovest lungo le rive settentrionali del Tago, corre attraverso i piccoli lidi che costeggiano il fiume, raggiungendo infine le magnifiche spiagge sabbiose della Costa del Sole a Estoril. Il suo capolinea si trova a Cascais, una località a 18 miglia da Lisbona che forma di fatto un tutt'uno con Estoril.

Fernando Pessoa


Cascais, piccolo villaggio di pescatori e “aristocratica destinazione balneare”, e difatti luogo ideale per sovrani in fuga come il Re di Maggio Umberto II che qui si esiliò, è diventato oggi roccaforte per un turismo d’élite, mantenendo inalterata l’aria di pacifico paese. In perenne pericolo tsunami, come dimostrano i cartelli segnaletici che invitano in caso d’onda anomala di raggiungere i punti più alti dell’abitato, per raggiungere la Boca do Inferno, arrivando col treno da Lisbona, si deve attraversare Cascais godendo, all’occorrenza, d’un sole gentile, ed evitare a passo lungo le proposte turistiche di bar e negozietti. Percorso il chilometro ci si trova di fronte a una scogliera desolata, in cui le mareggiate oceaniche si insinuano nelle gole profonde soffiando con veemenza, e sfuriando, secondo il flusso delle onde, ventagli di spuma e di acqua. Si tratta di un luogo infernale, una discesa verso una gola rocciosa che richiama suggestioni maligne.

Nel 1896, Henry Short si trovava nella penisola iberica per conto del pioniere del cinema R. W. Paul, uno dei concorrenti commerciali dei Lumière,  sperimentando una nuova camera portatile leggera che aveva sviluppato al fine di acquisire filmati per stupire la committenza dell'Alhambra Theatre di Leicester Square a Londra.

Il 13 settembre, Short, su di una barca, riprese la grotta marina dall’interno verso l’esterno, per quella che in effetti fu la prima rappresentazione cinematografica di una grotta.



La ripresa di Short dall'interno della grotta.
La ripresa di Short dall'interno della grotta.


Sorvolata dagli spericolati gabbiani, e oggi servita da bar, ristoranti e suonatori di fado provvidenziali, la Bocca dell’Inferno mantiene comunque intatta quella tetra atmosfera che Short sorprese alla fine del diciannovesimo secolo. Affacciandosi sulla voragine si scopre, oggi come allora, quella che Pessoa descrisse come 


una specie di cerchio nero scavato tra le rocce corrose, nel quale si apre uno stretto accesso al mare. Le onde si riversano al suo interno tramite quel piccolo ingresso e vi si sollevano impetuose: la Bocca dell'Inferno è un luogo sempre meraviglioso, ma diventa sublime e perfino sinistro nei giorni di tempesta. Non è raccomandabile avvicinarsi troppo al ciglio del cerchio nero. 

Proprio lì, c’è una fessura rocciosa, “una crepa lunga e stretta”. Si tratta di un crepaccio detto Matacães o Ammazzacani, “sinistro senza essere pittoresco”. Fu quello il luogo in cui il giornalista Ferreira Gomes, nel tardo pomeriggio del 25 settembre, ritrovò un portasigarette di metallo che teneva ferma una lettera:


L.G.P. Non posso vivere senza di te. L’altra “Boca do Infierno” mi avrà. Non sarà tanto ardente quanto la tua! Hjsos! Tu Li Yu.

Il biglietto, scritto su carta intestata de Hotel de l’Europe di Lisbona, era stato pensato, come fu chiaro grazie all'interpretazione guidata di Pessoa, come biglietto d’addio di Aleister Crowley che in tal modo annunciava le sue dimissioni dal mondo. 


Perché, si chiesero subito le autorità, il Grande Mago Nero avrebbe dovuto gettarsi nelle profonde e inquiete acque della bocca infernale? Cosa successe nella parentesi di tempo che separa quell’incontro tra il mago e il poeta al porto e la sua fine supposta?



Aleister Crowley
Aleister Crowley

C’è da fare un passo indietro obbligato. Nel momento in cui Crowley arriva a Lisbona, questo “Rasputin inglese” è già un famigerato mago. È stato Capo del controspionaggio inglese, alpinista, pittore, cacciatore di belve feroci, chimico, nonché “l’uomo peggiore di Inghilterra”. Poeta, sperperatore di patrimoni, figlio prediletto e rinnegato dell’Ordine Ermetico dell'Alba Dorata (Hermetic Order of the Golden Dawn), un ordine massonico londinese che lo porterà ai ferri corti con Yeats, Crowley rappresenta il vertice di un sottomondo iniziatico e misterico, una congrega segreta di adepti e confratelli che si riferiscono a lui come il grande Maestro. 


Nel 1904, al Cairo, si scopre profeta, investito dalla sacra entità Aiwass del compito di promulgare la sua nuova religione, Thelema. Per promuoverla, a Cefalù fonda una comune in una villa, “un caso singolare di convivenza tra due mondi – quello esoterico e internazionale di Crowley e dei suoi discepoli, e quello provinciale e arcaico di una cittadina di pescatori della Sicilia”, finché Mussolini non lo caccia dall’Italia nel 1923. 

Quando Maugham lo usa a modello del suo Oliver Haddo nel romanzo Il Mago, Crowley si risente e risponde criticando il libro sulle pagine di Vanity Fair nel 1908, firmandosi proprio come il suo alter ego letterario, O. Haddo, accusando di plagio Maugham (e offrendo persino una lista di opere defraudate a supporto dell’invettiva).


Intimo amico di Rodin, Crowley gira il mondo a piedi e in piroscafo, dimostra di essere in grado di vivere “come yogi in un villaggio indiano, come signore in un maniero di Scozia e come bohémien a Londra, Parigi e New York”. Grazie a una biografia puntellata di sensazionalismi, diviene figura emblematica, esoterico centro gravitazionale, fondatore del moderno occultismo, capace di  spingere la sua sfera di influenza fino a oggi, attraverso Bowie che lo cita nella straordinaria Quicksand, Jimmy Page che ne ha collezionato per anni i cimeli, acquistando persino Boleskine House, residenza di Crowley affacciata sul lago di Loch Ness, e finendo pure sulla copertina di Sgt. Pepper. 


Fernando Pessoa, invece, nel momento in cui attende al porto di Lisbona, ha 42 anni e alle spalle un ruolo di riferimento tra i promotori del Modernismo in Portogallo e dei collaboratori della rivista Orpheu. È avvelenato dall’alcol e dal ricordo d’un amore svanito due volte per Ophélia Queiroz, amata male un decennio prima e una seconda volta, per pochissimo, nel 1929. Nel frattempo inonda di inchiostro pagine che verranno affidate solo alla posterità, continuando a svolgere il mestiere di “corrispondente in lingue estere in aziende commerciali”.


Pessoa (a destra) al Cafè Martinho da Arcada.
Pessoa (a destra) al Cafè Martinho da Arcada.

Quello tra Crowley e Pessoa è l’incontro di due crepuscoli.

Ad avvicinarli, la passione giovanile per l’occultismo e l’esoterismo di Pessoa, il quale ebbe sotto gli occhi le opere di Crowley prima ancora di intravederne il ghigno beffardo sul piroscafo, in quella fatale giornata settembrina.

L’esoterista Pessoa, ispirato da Jacques de Molay, Gran Maestro dei Templari, ha un primo contatto con l’opera del diavolo inglese quando nel 1917 si fa spedire Liber 777, pescandolo da un catalogo di libri di scienze occulte senza conoscerne l’autore. 

Si mette qualche anno dopo, nel 1929, in contatto con la Mandrake, casa editrice londinese, a cui richiede una copia dell'autobiografia (Confessions) di Crowley, che comunque paga in ritardo, e a cui offre uno spunto di correzione da sottoporre all’autore. Pessoa nota, infatti, un'incongruenza circa un oroscopo relativo alla data di nascita del Mago, un tema natale non conforme. Una data non corretta sbilancerebbe le letture astrologiche (“mezzocielo nell’undicesimo grado dell’Ariete, con ascendente e cuspidi corrispondenti”). Il Mago, informato dalla Mandrake, gli risponde piacevolmente colpito. Pessoa gli manda allora tre libretti di poesie e Crowley, che principia ogni lettera al poeta con un massonico “Care Frater”, comincia a gettare le basi per un incontro nel prossimo futuro. 


Si apre una danza di intenzioni, si cerca invano l’intersezione dei destini, ma Pessoa sembra dilazionare il piacere, o l’incombenza, dell'incontro. Crowley taglia la testa al toro inviando un telegramma al nuovo amico con già i biglietti in mano per il Portogallo e un messaggio che si sintetizza bene: Sto arrivando. 

Il telegramma (“Crowley in arrivo presso Alcantara prego incontrare 28 agosto 1930") sorprende Pessoa che non può fare a meno di prepararsi all’incontro.


Nel frattempo matura un’incomprensione commerciale di grossa grana: Pessoa pregusta il suo ruolo di responsabile d’una filiale portoghese della Mandrake; la casa editrice inglese, invece, e Crowley stesso, sono convinti che il capitale da investire per l’affare sia da cercare nelle tasche modeste del poeta.  La Mandrake intende vendere le azioni della società a Pessoa, ma dove il poeta avesse trovato il capitale, anche volendo, non è dato sapere: le sue condizioni economiche erano più delicate di quelle di Crowley stesso, ovvero non proprio felici.


Épater les bourgeois


N.B. La Boca non restituisce mai i corpi – essi vengono risucchiati in caverne sottomarine ecc. ecc...
Biglietto di Crowley per Pessoa

In Portogallo, Crowley si stabilisce all’Hotel Paris e passa giorni interi sulle spiagge di Estoril insieme ad Hanni Jaeger.  Hanni Larissa Jaeger (1910-1933), figlia di tedeschi trasferiti in California, è a Berlino che a diciannove anni incontra il cinquantacinquenne Crowley e ne diventa amante. A ventidue anni morirà in una stanza dell’Hotel Alhambra a Palma di Maiorca, suicida per overdose di morfina. Bella d’una sua bellezza magnetica, ammalierà anche Pessoa, il quale le dedica una poesia, datata al giorno dopo la probabile (secondo Marco Pasi) iniziazione massonica del poeta da parte del Maestro Crowley, il 10 settembre 1930:


Dà la sorpresa di essere/È alta, di un biondo scuro./Fa bene anche solo pensar di/vederne il corpo maturo…

Hanni, a cui Crowley affibbierà vari nomi, tra cui  la Dama Scarlatta e Anu, inquieta e combattiva, arriva presto alle corde con la Bestia 666, quel Crowley fiacco e difficile. Scoppia una lite, Hanni preda di un “violento attacco isterico” e perseguitata da un mago nero di nome Yorke, secondo le parole di Crowley, costringe i due a un cambio di albergo dove ritrovare la pace. Nonostante il trasferimento all’hotel Miramar, Hanni non si placa, decide di fare le valige e tornarsene a Berlino. La Bestia e la Dama Scarlatta ritrovano infine la serenità, ma lei ha deciso, e se ne va grazie all’intercessione del console americano. 


Naufraga dunque il proposito di fare un lungo viaggio intorno al mondo con la ragazza, del resto già frenato dalla circostanza non certo di poco conto quale può essere la mancanza di fondi.


Proprio per risollevare le proprie sorti economiche, Crowley, che oltre che occultista era anche un letterato, punta a un gesto eclatante. Così come il D’Annunzio che si dà per morto nel 1880 per favorire le vendite di Primo vere, anche Crowley spera che un po’ di pubblicità legata alla sua scomparsa possa rinvigorire le sue entrate, in vista anche di una mostra pittorica che lo avrebbe visto protagonista a Berlino pochi mesi dopo.  E proprio come D’Annunzio, Crowley pare voler fare della propria vita, se non proprio un capolavoro, quantomeno un atto magico: sparire per rispuntare fuori, tempo dopo, a Berlino, pronto per la mostra.


In buona sostanza, rimasto senza Hanni, Crowley comprende che il mondo gli è in debito d’una burla. Chiede quindi e riceve aiuto da Pessoa, a cui si aggiunge il giornalista Ferreira Gomes, capace di smuovere, all’occorrenza, le giuste corde mediatiche. L’occorrenza è presto data quando Gomes ritrova “casualmente” il biglietto d’addio di Crowley, i giornali vengono tempestivamente informati. A Pessoa, istruito da precise indicazioni, viene affidato il ruolo d’interprete di una figura tanto sfuggente quanto enigmatica come quella del Mago Nero, in quanto conoscitore delle teorie esoteriche del Maestro. Il bizzarro trio attira l’interesse della stampa mondiale. 

Pessoa, imboccato da Crowley grazie a un provvidenziale bigliettino, traduce gli arcani simboli thelemaici, sbrogliando i nodi ermetici altrimenti incomprensibili della lettera d’addio:


L.G.P. = nome mistico della signorina Jaeger. 

Hjsos! = una misteriosa parola magica cifrata.

Tu Li Yu = nome di un saggio cinese (3321 a.C.) di cui Crowley sostiene d’essere un’incarnazione.


Per la verità, Crowley gioca anche con lo stesso Pessoa. Tu Li Yu, come gli rettificherà in seguito, non è un antico saggio cinese ma un modo di salutarsi londinese (Toodle-oo), mentre la “misteriosa parola magica cifrata”, almeno secondo lo studioso Steffen Dix si potrebbe tradurre come  Hanni Jaeger Save Our Souls.


Sulla Notícias Ilustrado si seguono le vicende, la Polizia di Frontiera, indaffarata a risolvere l’enigma senza corpo, riscontra che effettivamente qualcuno ha passato la frontiera con il passaporto di Crowley. Pessoa viene interrogato e rilancia il gioco, dice che ha visto Crowley a Lisbona il giorno stesso del supposto passaggio di frontiera, arrivando a dichiarare che un astrologo come Crowley non oserebbe mai falsificare una data con i simboli degli astri (la qual cosa Crowley fa senza alcun problema).  

Ferreira Gomes si impegna a rassicurare della veridicità della faccenda e si scopre contrariato “dall’ostilità della fauna prolissa dei caffè”, indecentemente increduli anche di fronte alla messa in campo di un medium londinese, il quale dichiara Crowley morto, “spinto giù da una scogliera da un agente della Chiesa Cattolica Romana”.

Crowley, d’altronde, sarebbe capace di avere un doppio oscuro, un sé ombra che, gettato il positivo nelle acque tormentose della Boca de Inferno si aggira ora per l’Europa così orribilmente purificato? O, come si suppone in “certi ambienti”, si tratta forse di uno strano caso gemellare e che il fratello di Aleister, Edward Alexander, ovvero quello buono, sia vivo e dunque l’unico Crowley è ora in circolazione? Le ipotesi cavalcano, ma i dubbi non smontano: si tratta di una blague, una messinscena? Una storia che appartiene “al mondo allucinato dei falsi morti o dei falsi vivi?” si domandano i francesi della rivista Détective.


Da una parte faremo ridere tutti e poi daremo una bella spinta alla Ditta.
Crowley, lettera

Pessoa, col proposito di prolungare l’onda lunga dell’interesse, si impegna con Crowley per un progetto d’un romanzo poliziesco, un giallo con tanto di detective che viene assoldato per rintracciare lo stregone scomparso, “il racconto di un’indagine molto paziente”. Pessoa comincia a scriverlo in inglese per cavalcare al meglio l’entusiasmo pubblicitario della vicenda, poi l’euforia si spegne, quella che parrebbe una crisi nervosa gli ferma la penna. Il romanzo rimane incompiuto.  


A destra una riproduzione del messaggio di Crowley, a sinistra il servizio di Ferreira Gomes.
A destra una riproduzione del messaggio di Crowley, a sinistra il servizio di Ferreira Gomes.

Lo scherzo, per quanto bello, dura troppo. A un anno dall’episodio di Boca do Inferno, anche i rapporti tra Pessoa e Crowley si rarefanno e si interrompono nel novembre del 1931, se si escludono una lettera circolare  della primavera del ’32 di Crowley inviata ai membri del suo ordine (evenienza che rafforza l’ipotesi di un Pessoa iniziato ai segreti massonici); e una richiesta di Pessoa a Michael Nogueira Rosa, residente in Inghilterra, circa un riferimento di notizie fresche su Crowley. La lettera è datata il 10 ottobre 1935, un mese e mezzo dopo Pessoa, dopo aver chiesto gli occhiali, muore portandosi via tutti i suoi eteronimi all’ospedale di Luís dos Franceses, a causa di una cirrosi epatica. 


Dopo l’affaire Boca do Inferno, Crowley si rintana a Berlino. Sono i tempi della repubblica di Weimar prossima a cadere. Qui sperimenta allucinogeni in compagnia di Aldous Huxley, trascorrendo gran parte del suo tempo al Mikado "dove tutte le donne sono vestite da uomo e viceversa”. Muore anche lui, naturalmente, nel 1947. Ma il tempo è passato, la magia dissipata nelle trincee d'Europa e il mondo ha spiegato bene con la lingua della realtà più cruda che quando si muore, stavolta, si muore sul serio.

Oggi, lì dove lo scherzo prese vita, una targa ricorda l'incontro tra due uomini straordinari. La si può osservare cullati dal basso continuo dell'oceano che incessantemente sfuria con tutta la sua forza contro le rocce, implacabile come il tempo e la morte, mentre qualcuno, poco distante, ha messo un cappello in terra e ha iniziato a suonare un fado disperato.


La Bocca dell'Inferno, ottobre 2024.
La Bocca dell'Inferno, ottobre 2024.


Bibliografia

Marco Pasi, La bocca dell’Inferno, Federico Tozzi editore in Saluzzo, 2018.




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