LA MAPPA DI FAIRYLAND, CHIPPIN CAMPDEN
- Zanara
- 20 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min

La terra delle fate
Ecco una splendida mappa che ha ricevuto un po’ di attenzione ultimamente, ed è davvero un’opera divertente da esplorare.
Bernard Sleigh
Verso la fine degli anni '50, nel Gloucestershire, e per la precisione nell’idilliaco villaggio di nome Chippin Campden, il giovane Bill Buckland venne assunto dall’anziano Bernard Sleigh per essere sicuro di svegliarsi con la cucina già calda. Il ragazzo onorò il suo compito tutti i giorni prima di andare a scuola, compreso il sabato, fino al 7 dicembre del 1954, giorno in cui sulla soglia dell’Old Forge, la residenza di tutto rispetto in Cider Mill Lane dove il poliedrico Sleigh si era ritirato ormai dal '37, il giovane Bill trovò una "large lady" che gli disse di essere la figlia di Leigh e che il vecchio era ormai morto.
Incisore, artista capace di maneggiare il vetro così come il legno, Sleigh fu persino scrittore: dando fondo a un suo interesse nei confronti del folklore inglese, consegnò alle stampe per l’editore J.M Dent The Gates of Horn, un libro di racconti di fate. Nonostante il libro venne pensato dall’autore come opera adulta per un pubblico di lettori maturi, venne comunque commercializzato dall’editore come prodotto per bambini, giocando sulla dimensione fiabesca che superficialmente si può attribuire al mondo fatato.

Nel 1909 Bernard Sleigh disegna una mappa per intrattenere i suoi figli piccoli durante una vacanza segnata dal maltempo, che costringe la famiglia a rimanere al chiuso. Nacque così la Mappa di Fairyland, un’isola provvidenzialmente rettangolare per poter essere riprodotta interamente su un singolo foglio.
La mappa presenta elementi fantastici: promontori che assumono le forme femminili o dragonesche, delineando un paesaggio solo vagamente ispirato alla geografia del reale. Non mancano, però, gli elementi tipici della cartografia classica come la legenda, la rosa dei venti e la scala, che curiosamente non misura distanze in miglia ma in pensieri.
Sleigh si ispirava allo stile di William Morris e al movimento artistico Arts and Crafts, che cercava di contrastare la decadenza stilistica e la disumanizzazione introdotte dalla produzione industriale. Tale movimento promuoveva il recupero della bellezza artigianale, opponendosi alla perdita del gusto e della manualità. In linea con questa estetica nostalgica, Sleigh riscoprì e reinterpretò il linguaggio visivo dei racconti popolari, dando vita a un medievalismo stilizzato che caratterizzò i suoi disegni, le stampe, le vetrate e i murales.
Otto anni dopo la prima mappa, nel 1917, Sleigh realizzò An Anciente Mappe of Fairyland, una mappa panoramica di un metro e ottanta, suddivisa questa volta in tre fogli. Nelle sue opere cartografiche emerge con forza la sua passione per il folklore e la narrativa tradizionale, che egli traspose in una precisa geografia immaginaria. La sua cartografia del fantastico assegnava uno spazio concreto alle fiabe, nel tentativo di riscattarle da un periodo segnato dall’orrore e dalla distruzione della Prima guerra mondiale. Scrisse infatti:
Il Peter Pan in me emerse con forza piena, soprattutto, suppongo, come rifugio mentale dal militarismo orribile dell’epoca.
Contro la disumanizzazione moderna, Sleigh reagì con un’opera mitologica e favolosa, delimitando geograficamente la Terra delle Fate: una vera e propria storia naturale delle fiabe e leggende popolari britanniche. Vi raccolse riferimenti alla mitologia classica, a Shakespeare, a Peter Pan, alle filastrocche e ai racconti europei resi celebri dai fratelli Grimm e da Hans Christian Andersen.
Contribuì così a mantenere vivo l’immaginario popolare inglese delle fate, diffondendolo attraverso stampe, carte da parati e illustrazioni.La sua opera è un punto di riferimento nell’illustrazione fantastica dell’epoca, ed è anche un suggerimento, in tempi meno innocenti e più moderni, di non dimenticare mai le coordinate del fantastico.
La Mappa di Sleigh è liberamente consultabile in alta definizione sul sito della Library of Congress.
Comentarios